Guida senza patente
La prima inchiesta di moschebianche.com riguarda un rimedio banditesco alla piaga del ritiro della patente. E’ doverosa una premessa: si vuol precisare che l’intento dell’autore non è nè quello di istigare a comportamenti contro la legge, nè dar gli strumenti a qualcuno per potersi muovere in quella direzione. E’ semplicemente la cronaca di ciò che avviene nella vita di tutti i giorni, facendo luce su una vicenda come si prefissa la rubrica Le Inchieste di Moschebianche.
Come sappiamo le pene in caso di guida in stato d’ebbrezza si sono notevolmente inasprite, mentre la percezione del pericolo del mettersi alla guida avendo bevuto bevande alcoliche è abbastanza bassa. L’Italia, Paese di buongustai e dalla grande tradizione vinicola e non solo, è lontana dal far sua la tolleranza zero su questo argomento. Bere mezzo litro di vino a cena (al minimo) rientra nella tradizione contadina su cui si fonda il nostro evolverci, e se si aggiunge un amaro o un grappino il gioco è fatto. Nel comune sentire essere ubriachi significa non reggersi in piedi, vedere doppio, biascicare parole senza senso. Secondo la legge basta molto meno per vedersi comminare una pesantissima multa, sequestrare il mezzo e macchiare la fedina penale. Sull’argomento c’è già tanta letteratura, ed in molti si chiedono se la pena sia sproporzionata all’effettiva entità del danno con conseguenze sulla vita familiare e lavorativa (nel caso di sequestro dell’auto) anche a fronte di un superamento minimo del livello consentito di alcool nel sangue.
Proprio l’impossibilità di dover rinunciare al mezzo per un lungo anno, perchè magari su di esso si fonda la propria attività lavorativa, ha portato qualcuno a studiare un sistema per eludere i controlli e poter guidare senza patente. In genere si ha un amico compiacente, disposto a rischiare lui stesso un coinvolgimento in questo malaffare, e possibilmente che abiti in una località abbastanza distante dal luogo dove usualmente si traffica con l’auto. Il rischio di esser fermati da una pattuglia delle forze dell’ordine è abbastanza basso se si guida con prudenza e senza dare nell’occhio. Ma siccome piove sempre sul bagnato, può capitare benissimo di essere particolarmente sfortunati. A questo punto quando il guidatore viene fermato, alla richiesta di patente e libretto dichiara d’aver scordato i documenti a casa e dà le generalità dell’amico complice. La polizia temendo un furto d’auto chiederà a chi appartenga l’auto (magari facendo un controllo sul terminale), e il truffatore dirà che l’auto appartiene ad un amico (dando il proprio vero nome). La polizia farà un ultimo tentativo, chiedendo d’andare a casa a prendere la patente dimenticata. Cosa impossibile, visto che si dichiarerà di abitare nella città X (dove abita l’amico complice). Alle forze dell’ordine non rimarrà che fare un verbale per guida senza patente, con intimazione di presentarsi entro tot giorni ad una centrale per mostrare il documento. Ulteriori azioni richiedono perdite di tempo e grattacapi, e sono quasi da escludere a meno di trovare un agente particolarmente zelante. In seguito, l’amico complice si presenterà con la patente al posto di polizia della propria città, e pagherà l’esigua sanzione amministrativa. Se il gioco è ben riuscito, nessuna conseguenza. Se va male per qualsiasi ragione (basta l’aver poco sangue freddo e mostrarsi particolarmente nervosi al posto di blocco), si rischia grosso: dichiarazioni mendaci a pubblico ufficiale, guida con la patente sequestrata e conseguente ritiro definitivo, multa enorme e il processo penale che segue. Insomma, una vita rovinata. Il consiglio non può che essere: guidate responsabilmente, e se proprio si sgarra accettarne le conseguenze senza cercare sotterfugi che possono davvero costare carissimo.
Piero Smargiasso(collaboratore)
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